Pagina:Nietzsche - La Nascita della Tragedia.djvu/214

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162 capitolo diciannovesimo


medesima età e presso il medesimo popolo sorgesse irresistibile, a fianco delle alte navate delle armonie di Palestrina, alle quali aveva dato mano l’intero medioevo cristiano, il fanatismo per un genere semimusicale, io non so spiegarmelo se non come una tendenza estrartistica cooperante con la natura stessa del recitativo.

L’ascoltatore, che sotto il canto vuol sentire chiara la parola, il cantante lo soddisfa col fatto, che parla più che non canti, e che con questo mezzo canto rafforza l’espressione patetica della parola; solo che con tale rafforzamento del pathos, mentre facilita l’intendimento della parola, riduce quasi al niente l’altra metà che rimane della musica come musica. Il vero pericolo che lo minaccia, è di dare inopportunamente alla musica una preponderanza che rovina insieme il pathos del discorso e la chiarezza della parola, mentre, dall’altro canto, è trascinato dall’istinto dell’esecuzione musicale e dall’esibizione virtuosa della voce. Qui viene in suo soccorso il «poeta», che sa offrirgli abbastanza rinfranchi d’interiezioni liriche e ripetizioni di parole e di frasi e via dicendo; tutti punti nei quali il cantante può adagiarsi nell’elemento puramente musicale senza darsi pensiero della parola. Questa vicenda di discorso passionatamele compenetrante, ma solo mezzo cantato, e d’interiezione interamente cantata, che è insita nella natura dello stile rappresentativo; questa sollecitudine, istantaneamente cangiante, di fare effetto ora sul concetto e l’immaginativa, ora sulla facoltà mu-