Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/112

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— ^^j,^ Md anche i filojo fij non appena hanno avuto l'intenzione di a*f^ prendere nelle loro mani la direzione degli uomini, con secrete mire sacerdotali, si sono subito riservato il diritto di mentire: Platone prima di tutti. La più grandiosa di tutte è la doppia menzogna sviluppala dai filosofi del Vedànta, che sono i filosofi ariani per eccellenza: due sist-emi contraddicentisi in tutti i punti principali, ma che possono servire l'uno per l'altro, sostituirsi e completarsi non appena si tratta di scopi educativi. La menzogna dell'uno deve creare una condizione che renda intelligibile la verità del- l'altro.... Fin dove giunge la pia menzogna dei preti e dei filo- sofi? Qui bisogna chiedersi quali premesse essi hanno per l'edu- cazione, qual- dogmi essi debbono inventare per soddisfai-e a queste premesse? In primo luogo : debbono essere dalla loro parte la potenza, l'autorità, l'assoluta credibilità. In secondo luogo: debbono domi- nare tutto il procedimento della natura, di modo che lutto ciò che riguarda l'individuo sembri condizionato dalla loro legge. In t€rzo luogo : bisogna che il dominio della loro potenza sia molto vasto, di modo che il controllo di esso sfugga agli occhi dei loro sottoposti : debbono avere in lor mano le pene per l'ai di là, per « dopo la morte » e, come è giusto, anche i mezzi per aprire la via della salvezza. Debbono allontanare l'idea del decorso naturale delle cose; ma siccome sono persone sagge e accorte possono promettere una serie di effetti, naturalmente subordinati alle preghiere o alla stretta osservanza delle loro leggi. Nello stesso modo possono p r s s c r i- V e re una quantità di cose che sono assolutamente ragionevoli, ma non possono dare l'esperienza, l'empiria come fonte di questa sag- gezza bensì la rivelazione o il frutto « delle più dure penitenze ». La santa menzogna si riferisce dunque per principio: allo scopo dell'azione ( — il fine naturale, la ragione è resa invi- sibile; il fine morale, il compimento di una legge, di un servizio divino, appare essere lo scopo — ): alla conseguenza dell'a- zione ( — la conseguenza naturale è spiegala come soprannaturale, e per agire con maggior sicurezza, si fanno sperare altre conse- guenze incontrollabili e soprannaturali — ). In questo modo si crea un'idea del b e n e e del m a 1 e che sem- bra interamente slajccala dai concetti naturali: « utile »> « dannoso » « stimolante la vita » o « diminuente la vita » e per il fatto che s'immagina un' a It r a vita, quest'idea può essere in opposizione diretta al concetto naturale del bene e del male. - 115 —