Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/154

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ò6 — Una volta si spiegavano i movimenti stellari come effetti di esseri capaci di fini. Ora non ve n'è più bisogno, ed anche rispetto al mo- versi ed al mutarsi del corpo si è ormai lontani dal credere che si possa spiegarli con la coscienza e con i suoi fini. La massima parte dei movimenti non ha niente a che fare colla coscienza : nem- meno colla sensazione. Le sensazioni ed i pensieri sono qualcosa di estremamente raro e insignificante, in confronto degli innumerevoli fatti di ogni attimo. Al contrario noi vediamo che anche nei più esigui fatti domina una finalità, alla quale il nostro sapere migliore è impari: una pi'ov- videnza, una scelta, una riunione, una correzione, ecc. In breve, troviamo un'attività, che sarebbe da ascriversi ad un intelletto straordinariamente più alto e comprensivo che quello a noi noto. Impariamo a svalutare tutto ciò che è cosciente : disimpariamo a renderci responsabili di noi stessi, poiché noi come coscienti e finali non siamo che una minima parte dell'essere no- stro. Degli innumerevoli effetti in ogni momento, per es. dell'aria, dell'elettricità, non sentiamo quasi nulla : vi potrebbero essere tante forze, le quali, pur non giungendo mai alla nostra sensazione, tut- tavia agiscono su di noi continuamente. Piacere e dolore sono molto rari ed esigui fenomeni di fronte agli innumerevoli stimoli con cui una cellula, un organo agiscono su un'altra cellula, un altro or- gano. È la fase della limitazione della coscienza. In- fine comprendiamo l'io cosciente stesso come solo uno strumento in servizio di un intelletto superiore, dominatore : e allora possiamo chiedere se ogni volontà cosciente, ogni fine cosciente, ogni apprez- zamento non sono forse che mezzi, coi quali deve essere rag- giunto qualcosa di essenzialmente diverso da quello che appare nella coscienza. Pensiamo che si tratta del nostro piacere e del no- stro dolore... ma piacere e dolore potrebbero essere mezzi, per i quali dovremmo compiere qualcosa, che giace fuori della nostra coscienza. Bisogna mostrare quanto superficiale sia ogni cosa di cui si è coscienti, quanto siano diverse l'azione e l'im- maginazione dell'azione, quanto poco si sappia di ciò che a un'azione precede; come siano fantastici i nostri sentimenti « libertà del vo- lere », « causa ed effetto »: come i pensieri e le immagini, come le parole siano soltanto segni dei pensieri : la imperscrutabilità di ogni azione: la superficialità di ogni lode e di ogni biasimo: quanta parte abbiano l'invenzione e l'immaginazione in tutto ciò che vi- -