Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/182

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- 377. Contro la volontà di conciliazione e l'attività pacifica. A ciò appartiene anche ogni tentativo del monismo. 378. La « incomprensibilità del divenire » ; questa credenza deriva dal riconoscere la falsità delle interpretazioni date fin qui, è una ge- neralizzazione dello scoraggiamento e della debolezza, non una cre- denza necessaria. Indiscrezione dell'uomo — ;di negare il significato, là dove non lo vede! 379. Se si è filosofi, come lo s' fu sempre, non si hanno occhi per ciò che era e ciò che è : si vede soltanto 1' e s s e r e. Ma poiché non vi è alcun essere, così rimane al filosofo soltanto l' immaginario come suo « mondo » . 380. Il «mondo vero», come fin qui è stato sempre concepito, — fu sempre soltanto il mondo apparente. 381. Il mondo «vero» e il mondo «apparente». A. Sedotti da questo concetto, noi giungiamo ad errori di tre sorta : a) un mondo sconosciuto: — siamo avventurieri, curiosi — il noto sembra che ci stanchi ( — il pericolo del concetto consiste in ciò, che ci insinua « questo» mondo come noto...); b} un altro mondo, dove tutto è diverso: — qualcosa si riforma in noi, la nostra rassegnazione tranquilla, il nostro silenzio perdono con ciò il loro valore, — forse tutto volge al bene, noi non abbiamo sperato mvano... Il mondo, dove tutto è diverso, dove noi stessi — chi sa? — siamo diversi... c) un mondo vero: — è quindi il più meraviglioso tiro ed attacco che ci sia stato fatto : abbiamo incrostato tante cose con la parola « vero », che ci siamo fatti involontariamemte anche il re- — 18&