Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/184

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186 - non il nostro è il v^ero mondo?... E potrebbe pure essere l'altro il mondo « apparente » lin realtà i Greci stessi hanno pensato un r e- gno di ombre, una esistenza apparente accanto a gradi di realtà? Oi'fsto è diverso daJraffermare un mondo sconosciuto, — questo è già un v o 1 e r sapere qualcosa del mondo sconosciu to. L'« altro », il mondo « sconosciuto » — pazienzal ma dire il « mondo vero » significa «saper» qualcosa di esso », — cioè il contrario dell'ammettere un mondo x.... In sumtna : il mondo x potrebbe in tutti i sensi essere più noioso, più disumano e più indegno di questo. La cosa starebbe altrimenti, quando si affermasse che vi sono x mondi, cioè ogni possibile mondo oltre questo. Ma questo non è mai stato affermato... C. Problema : perchè la rappresentazione dell'altro mondo torna sempre di danno, riesce sempre alla critica di que- sto, — che cosa mostra ciò? — Cioè: un popolo che è fiero di sè, che si trova nel progre- dire della sua forza vitale, pensa sempre l'essere diverso come un essere inferiore, privo di valore; considera il mondo estra- neo, sconosciuto come nemico, ostile, si sente senza curiosità, in piena opposizione di fronte allo straniero... Un popolo non ammet- terebbe che un altro fosse il « vero popolo »..-. Già è sintomatico che sia possibile una tale distinzione, — che si consideri questo mondo come « apparente » e quello come » vero ». Origini della rappresentazione dell'» altro mondo » : il filosofo che trova un mondo intelligente, dove la ragione e le funzioni logiche sono adeguate: — da ciò nasce il mondo « vero »; l'uomo religioso, che trova un « mondo divino » : da ciò sorge il mondo soprannaturale, opposto alla natura; l'uomo morale, che immagina un « mondo libero » : — da ciò viene il mondo « buono, perfetto, giusto, santo ». Il tratto comune delle tre sorgenti : l'errore psicologico, le confiisioni fisiologiche. L'h altro mondo », come si presenta nella storia, con quali pre- dicati contrassegnato? colle stimmate del pregiudizio filosofico, di quello religioso, di quello morale. - 187