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valutazione dell’uomo. Adesso tutto è falso, interamente falso, tutto è «parola» confuso, debole, oppure esagerato.
a) Si cerca una specie di soluzione terrena, ma nello stesso senso, in quello del definitivo trionfo della verità, dell’amore, della giustizia (il socialismo «uguaglianza della persona»).
b) Si cerca ugualmente di mantenere alto l’ideale morale (dando la preponderanza al disinteresse, all’abnegazione, alla negazione della volontà).
c) Si cerca persino di conservare l’«al di là» sia pure quale illogico x (ma lo si interpreta subito in modo che si possa dedurne una specie di consolazione metafisica del vecchio stile).
d) Si cerca di riconoscere in ciò che accade la guida divina del vecchio stile, quella guida che premia, punisce e guida a un ordine di cose migliore.
e) Si crede ancora come prima al bene e al male, così che si considera come compito la vittoria del bene e la distruzione del male (questo è inglese: è il caso tipico di quella testa superficiale di John Stuart Mill).
f) Il disprezzo dì ciò che è «naturale» della curiosità, dell’ego; tentativo d’intendere la più alta spiritualità e l’arte più elevata come una conseguenza della rinuncia della personalità, come «dèsinteressement».
g) Si permette alla chiesa d’ingerirsi ancora in tutti i fatti importanti e in tutti i punti principali della vita individuale, per dar loro una consacrazione un senso più alto: abbiamo sempre ancora «lo stato cristiano» il «matrimonio cristiano».
40.
Ma fra le forze che la morale ha nutrito si trovava la veracità; questa finisce per rivolgersi contro la morale, ne scopre la teologia, la sua considerazione interessata e ora l’intelligenza di questa menzogna lungamente incarnata, e di cui si dispera di sbarazzarsi, agisce precisamente quale stimolo. Constatiamo in noi, radicati attraverso la lunga interpretazione morale, dei bisogni che ci appaiono ora come esigenze di una non-verità; d’altra parte sono precisamente questi bisogni, a cui sembra essere attaccato il valore, quelli in grazia dei quali noi sopportiamo la vita. Noi non stimiamo quello che riconosciamo e non possiamo più stimare quello su cui vorremmo illuderci. Da questo antagonismo risulta un processo di decomposizione.