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è fatto una morale: non c'è da meravigliarsi che Tuomo finisca col
prendere sul serio questo principio e col servirsene praticamen-
te... cioè, dal punto di vista politico, democratico, socialista, pessi-
mista per indignazione...
Dappertutto dove sono stale cercate delle responsabilità, operava
ristinto della vendetta. Questo istinto di vendetta ha tanto dominato
gli uomini, per migliaia danni, che ha contrassegnato tutta la me-
tafìsica, tutta la psicologia, tutta la scienza storica, ma anzitutto la
morale. Dovunque è giunto il pensiero umano ha trascinato con sè
nelle cose il bacillo della vendetta. Con ciò esso ha reso malato per-
sino Iddio, esso ha tolto all'esistenza la sua inno-
cenza — e ha fatto questo col ricondurre ogni stato di fatto ad una
volontà, a delle intenzioni e a degli atti di responsabilità. Tutta la
dottrina della volontà, questa nefasta falsificazione nella psicologia
che abbiamo avuto sin qui, è stata principalmente inventata a ser-
vizio della punizione. Era l'utilità sociale della punizione che ga-
rantiva a questa idea la sua dignità, la sua potenza, la sua verità.
Bisogna cercare i promotori di questa psicologia — della psicologia
della volontà — nelle classi che avevano nelle loro mani il diritto
di punire, e anzitutto nella classe dei preti che si trovavano a capo
delle più antiche comunità: questi volevano arrogarsi il diritto di
vendicarsi — essi volevano creare per Dio un diritto alla vendetta.
Per raggiungere questo scopo l'uomo era immaginato « libero »
e a questo scopo ogni azione doveva essere inmiaginata come vo-
luta, poiché l'origine di ogni azione doveva trovarsi nella coscienza.
Ma con queste affermazoni la vecchia psicologia è confutata.
Oggi, che l'Europa sembra essere entrata nel movimento oppo-
sto e che noi Alcioni ci sforziamo con tutte le forze, di estirpare di
nuovo dal mondo e di annientare l'idea di colpa e di puni-
zione, oggi che con tutto l'impegno noi cerchiamo di purificare
da questa impurità la psicologia, la morale, la storia, la natura, le
istituzioni e le sanzioni sociali e persino Iddio, in chi dobbiamo ve-
dere i nostri antagonisti naturali? Precisamente in quegli apostoli
della vendetta e del risentimento, in quelli che sono per eccellenza
pessimisti del-Tindignazione,, che si fanno una missione di santifi-
care il loro sudiciume col nome di « indignazione »... Noi altri che,
desideriamo di conquistare al divenire la sua innocenza, vorremmo
essere i missionari di una idea più pura : che nessuno ha dato al-
l'uomo le sue qualità, nè Dio, nè la società, nè i suoi genitori, né
i suoi antenati, neppure esso slesso, che nessuno è colpevole verso
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