Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/321

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23 - zione; deve quindi verificare in ogni momento ognuno dei suoi movimenti per evitare fini, stati finali, ripetizioni, con tutte le altre conseguenze di un tal modo imperdonabile, insensato di pensare e desiderare. E' sempre la vecchia maniera religiosa di pensiiero e di aspirazione, una specie di desiderio di credere che in qualche cosa il mondo sia eguaile al veociiio Dio amato, infinito, illimitatamente crea- tore — che in qualche luogo « il vecchio Dio viva tuttora » — , (ludla brama ardente di Spinoza, che si esprime nelle parole « deus sive na- tura » (egli trovava persino « natura sive deus » — ). Ma quale è al- lora il principio e la fede, con cui si formula nel modo più preciso questa svolta decisiva, la preiponderanza ora raggiunta dallo spirito scient ifico su quello religioso? Quello dice : il mondo come for- za non deve esser pensato illimitato, perchè non può essere pensato così, — noi vietiamo il concetto di una forza infinita come in- conciliabile col concetto «forza». Così manca al mondo anche la possibilità di un eterno rinnovamento. 686. Il fatto che una posizione di equilibrio non sia mai raggiunta, prova che essa non è possibile. Ma in uno spazio indeterminato do- vrebbe essere raggiunta. Del pari in uno spazio sferiforme. La f o r- m a dello spazio deve essere causa del mov mento eterno, e alfine di tutta J'« imperfezione ». Che « forza » e « riposo », « rimanere uguali a se stesso » ^si con- traddicono. La quantità di forza (come grandezza) è fìssa, ma la sua natura è mutevole. E' da rifiutare il « senza tempo». In un determinato momento della forza è data la condizione assoluta di una nuova distribuzione di tutte le sue forze: essa non può rimanere quieta. La « mutazione » appartiene all'essere, quindi anche la temporaneità, ma con ciò è solo posta di nuovo concettivamente la necessità del cambiamento. 687. Il principio della conservazione dell'energia esige il ricorso eterno. 688. Per sopportare il pensiero del ritorno, è necessario: libertà da;lla morale; — nuovi mezzi contro il fatto del dolore (dolore conceixito - 3