Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/64

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I - 66 - il suo ideale è di separare in modo divino il suo esse dal suo oìicrf/ri, tutto ciò che egli fa deve esser fatto sub specie boni — un ideale superiore, lontano, pieno di esigenze! un ideale divino.' E si dice infatti che il moralista imita cosi un modello che è Dio stesso: Dio, il più grande degli immoralisti dell'azione che ci sia, ma che non- dimeno s'intende a rimaner ciò che egli è, i 1 buon Di o 125. Golia virtù stessa non si fonda il dominio della virtù; colla virtù si rinuncia alla potenza, si perde la volontà di potenza, 126 Con quali mezzi arriva una virtù alla po- tenza? Proprio cogli stessi mezzi di un partito politico: la ca- lunnia, il sospetto, lo scalzare le virtù che lottano nel senso opposto e che possiedono già il potere, cambiando del loro nome di batte- simo, persecuzione e scherno sistematico. Quindi: per inezzo di pura «immoralità». Come agisce un desiderio di fronte a se stesso per potersi trasformare in virtù? Si sbattezza; nega sistematicamente le sue intenzioni; si esercita a fraintendersi; si allea con le virtù esistenti e riconosciute; ostenta inimicizia con gli avversari di queste virtù. Se è possibile, bisogna acquistare la protezione di potenze sacre : inebriare, entusiasmare; il tartufìsmo dell'idealismo : acquistarsi un partito il quale o trionfa con esso o perisce.... diventare inco- scienti, ingenui.... 187. La morale nella valutazione delle classi e delle razze. Considerando che le passioni e gli istinti fondamentali esprimono, in ogni razza e in ogni classe qual- cosa delle condizioni di esistenza di esse (almeno delle condizioni in cui esse sono vissute più lungamente) esigere che esse siano « vir- tuose » vuol dire esigere: che esse trasformino il loro carattere, cambino completamente la loro natura e cancellino il loro passato; che cessino di differenziarsi; che si avvicinino per la somiglianza dei loro bisogni e delle loro esigenze, — più esattamente, c h e esse periscano.... La volontà di u n a sola morale risulta dunque essere la ti- I - 67