Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/23

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La seconda, fu fatta da Cesare; ma si può dire, anzi rifazzione, che ampliazione: e questo si è ricavato da un


    mato in soccorso un presidio di Romani capitanati da Giulio Sillano, abbandonò una volta per sempre l’impresa.
       Concedutasi per la legge Giulia la piena cittadinanza agli italiani col dritto di ascriversi alle tribù di Roma, di adottarne alcune leggi, e di esercitarne le magistrature, molto e lungamente i Napolitani con que’ d’Eraclea disputarono per vedere se dovessero o no accettare quel favore tanto dagli altri Italiani ambito, e risoluto alfine il sì, Napoli divenne Municipio. Sicchè i nobili giovanetti vi portavan la bolla d’oro, vestivano la pretesta, ed avendo il richiesto censo, divenir potevano Senatori Romani. In processo di tempo fu anche immune da ogni tributo, non certo per favore di Cesare adirato per i sacrifizî da essa offerti a’ numi per la salute di Pompeo, nè per l’asilo dato a quel Tiberio Nerone tanto nemico a’ Cesariani, ma sì per lo buon volere d’Augusto. Perciocchè costui, divenutagli sposa la moglie di quell’esule, non volle che senza premio restasse la generosa ospitalità concedutale dai Napolitani, e statuì che col resto della Campania formassero una delle undici regioni dell’Italia. In seguito, essendosi con tutti gli altri Greci disgustati, furono obbligati ad accogliere i nemicissimi Campani, e tollerar che ne occupassero gli uffizi, come facevasi chiaro a Strabone da’ nomi de’ magistrati, un tempo greci soltanto, di poi a’ Campani mescolati. Parecchie tracce pertanto sotto Tiberio vi rimanevano di greche istituzioni, come i ginnasi, gli efebei, e sopra ciò i nomi greci che si assumevan dagli stessi Campani, quantunque avessero le romane leggi adottato. Sicchè costoro non più usavano le tre parole del prenome del nome e dell’agnome, ma si facevan chiamare con elleniche voci.
       Sotto Adriano Napoli continuò ad essere considerata qual parte della Campania, che allor formava una delle diciassette province in che quell’imperadore divise l’Italia. Alla fine divenne colonia Romana, anzi fu colonia basilica o augusta come fu detta da Petronio, e tale dichiarata fra l’anno 493 ed il 211 avanti la nostra salute, secondo che da’ più critici si opina, e così rimase fino all’imperator Coslantin.
       Dopo tutto ciò, farem tesoro di ragionata memoria di patrio scrit-

     Celano — Vol. I. 4