Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/58

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cidente colline così belle, che chiamar si possono stanze inalterabili del diletto e del piacere.

    ficò la porta di Capua quasi in cima alla fontana di Formello, Buono, architetto e scultore napolitano del secolo XII fu allogato a queste costruzioni; se non che di Castelcapuano non alzò che le corti e le tre spaziose nobili scale. Si dirà più largamente altrove come Federigo II il compisse coll’opera non del Pisano che dicono, ma del Puccio nostro concittadino; e come il Vicerè Don Pietro Toledo vi ragunasse i tribunali, commesso il carico del disegno a’ nostri architetti Ferdinando Maglione e Giovanni Benincasa.
       Devoluta la corona di Napoli alla nobilissima stirpe di Svevia, Errico VI fin dal cuore di Lamagna al 1196 ordinò che si abbattesse il muro di Napoli, immemore, come dice Riccardo da S. Germano, della divozione de’ cittadini, che volontariamente gli ebbero posto in mano le chiavi della città. Non dimenticarono l’ingiuria i Napolitani, che con gravissime spese ripararono al danno portato, e fecero ragione di contraddire i propositi di Corrado, nipote dell’Alemanno, quando con impeti ostili si volse contro questa città fortificata alquanti anni addietro nel baliato d’Innocenzo III durante la minorità di Federico II. Volgea l’anno 1253 che Corrado si occupò nella pianura di Carbonara, che verso quel tempo servì di piazza per le giostre dove al capo d’aquilone re Ladislao pose al 1400 le fondamenta della chiesa di S. Giovanni, dove le sue ceneri riposano in quel famoso sepolcro che Giovanna II sorella di lui, quattordici anni appresso gli faceva ergere per lo scalpello di Andrea Ciccione. Ma il feroce figliuolo del magnanimo Federico ebbe lieta la fortuna delle armi; prese Napoli dopo ostinato assedio; e mal reprimendo l’ira per la valorosa resistenza che gli opponemmo, spiantò le mura della città.
       Le quali al 1260 Carlo I d’Angiò protraeva più lungi, tra levante e mezzodì, in una curva rientrante da Castelnuovo, da lui edificato il 1279, sino al Campo moricino, oggi Mercato grande, dove dal Foro augustale trasportò le faccende del minuto traffico. In altro luogo si dirà dove ed in che modo fu murato quel castello, e come il re ivi presso edificasse su piccola isoletta una torre che fu detta di S. Vincenzo, Qui e d’uopo soltanto notare che a’ frati di S. Francesco, che tolse di quel sito, asse-