Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/85

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masto qualcheduno; ora la gente è così propagata, ed accresciuta da’ regnicoli, e da altri forastieri, che si fa con-

    di Posilipo. Qui vuole Breislack che si riscontri un terzo cratere contiguo al precedente, il cui fondo è occupato in gran parte dal quartiere di Chiaia. Ma in verità non pare che la cosa stia a questo modo. Sembra invece che la collina del Vomero e di Posilipo si ordini ad un grande e vastissimo cratere, che ha il suo fondo non già verso Napoli, ma sì verso la pianura de’ Bagnuoli come bene si vede di su il colle di Camaldoli, ed è nel resto assai guasto e sdrucito; talchè si giunge a stento a riconoscerlo, e solo dopo un’accuratissima indagine. Quindi derivano le difficoltà che trovava Breislack nel concepire la formazion del capo di Posilipo; ed in verità, secondo la opinion sua, questo lunghissimo capo rimane mal ordinato al cratere da lui scorto nel quartiere di Chiaia, avente per cinta le colline del Vomero e di Posilipo.
       Ciò che la configurazione delle colline dì Napoli fa supporre è fermamente dimostrato dalle materie ond’ esse sono composte. Le quali son tutte di natura vulcanica, e molto differenti da quelle del Vesuvio; potendosi in generale affermare che si appartengono a due distinte formazioni, delle quali una inferiore composta di tufo pomicioso massiccio, l’altra superiore fatta di lapilli, pozzolane e sabbie stratificate. Queste due formazioni, e la lor giacitura correlativa si veggono in ogni luogo dove sono stati fatti tagli profondi, per esempio nel cratere orientale, nella collina della Madonna del Pianto, nella salita di Capodichino e di Miradois, nella salita dello Scutillo, e finalmente nella collina di Posilipo all’entrata della grottla dì Pozzuoli, Giova dire divisamente di queste due formazioni.
       Il tufo che costituisce la formazione inferire è fatto di minuzzoli di pomici scomposte, legati da un cemento delle stesse pomici tritate. Ha colore gialliccio, e poca durezza, comunque coerente, ed è lavorabile sicchè facilmente si taglia con la scure. Contiene in molti luoghi frammenti di vetri vulcanici, di pomici nere, di tracheite compatta sparsa di cristalli vitrei di feldispato bianco. Le pomici che racchiude son talvolta allungate e molto fibrose onde i poco esperti li credon pezzi di legno corrotto. Vi si trovan qua e là conchiglie marme, come ostriche, pettini, cardi, ceriti, spe-