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dino, erede de’ suoi Regni; quale venne allevato con molta cautela dalla madre e tutrice Elisabetta. Il malizioso Manfredi mostrò sul principio di governare il regno per lo nipote; poi dandolo a credere, con modi indegni, per morto, occupò il regno; ma per la disubbidienza e poca venerazione alla Santa Chiesa, provocò a giustissimi sdegni il Santo Pontefice: per lo che Urbano IV diede l’investitura del reame delle Sicilie a Carlo d’Angiò Duca di Provenza; e morto Urbano, Clemente IV coronò Carlo e la moglie in Roma. Coronato, passò con un potente esercito nel Regno; e venuto a battaglia campale nel piano di Benevento, Manfredi rimase miseramente morto nell’anno 1265. E quì ebbe fine la linea della casa Sveva; benchè vivo fosse rimasto Corradino, giovane infelice, nato per morire per mano d’un carnefice nel pubblico mercato di Napoli.

Ecco il dominio in potere de’ Francesi della casa d’Angiò, de’ secondogeniti del Re di Francia. Di questa Casa signoreggiarono il Regno otto Re.

Il primo fu Carlo nel 1265; e questo fe’ morire crudelmente decollato nel pubblico mercato il giovane Corradino che essendo venuto a ricuperare il regno paterno, fu vinto in una battaglia campale; e cercando salvarsi con la fuga, fu fatto prigione nel castello di Asturi da i Francipani, che l’inviarono a Carlo.

Successe a questo Re il suo primogenito, similmente detto Carlo il Secondo, nell’anno 1285 ma dopo molti travagli di prigionia, e d’altro, mori questo buon Re.

Entrò a dominare Roberto terzogenito di Carlo II nell’anno 1309. Questo gran Re non ebbe che un solo maschio chiamato Carlo, al quale fu dato il titolo di Duca di Calabria. Questo premorì al padre, ed essendo stato casato, lasciò una sola figliuola, chiamata Giovanna.

Passato a miglior vita Roberto, con fama d’ottimo ed umanissimo Re, li successe la sua nipote Giovanna nell’an-