Pagina:Notizie storiche dell'antica chiesa di San Pier Forelli in Prato.djvu/47

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parte prima 31

potendo nell’animo suo il favore, fece che al memoriale fosse rescritto semplicemente in questa forma: Transmissa minuta concordiæ, arbitrio eminentissimi Præfecti. La minuta dell’accordo fu tosto compilata, e alla Congregazione trasmessa. Quattro erano i capitoli da osservarsi: che la chiesa e canonica si edificassero nella casa ed orto de’ Fazzi e Verzoni1; che la nuova chiesa fosse grande e capace come l’antica, con sagrestia, cimitero e sepolture; che la canonica fosse comoda e sicura, in modo che il parroco non avesse pretesto d’abitar lungi dalla chiesa; che i Gesuiti non venissero in possesso delle vecchie fabbriche, se prima non avessero adempiuto alle dette condizioni. Nel caso di vertenze, si doveva stare al detto del Vescovo pratese. Ai quali capitoli, di per sè chiari, il destro Cardinale soggiunse: che il primo stava bene; che la chiesa doveva esser lunga, larga e capace come l’antica, con altrettanti altari, con sagrestia, cimitero e sepolture, e senza pregiudizio de’ diritti parrocchiali; che la canonica doveva essere unita alla chiesa, e fornita di tutto il bisognevole; che i Gesuiti erano obbligati a riportare parola per parola nello strumento dell’accordo l’autentico documento del consenso che asserivano d’aver ottenuto dal loro Generale; e che non si sarebbero potuti giovare del decreto della stessa Congregazione, se prima non avessero fatta costruire la nuova fabbrica, e in tutto e per tutto adempiuto alle condizioni. Nel caso di

    di macigno, cuor di diamante, e petto di acciaio.» Passerini, Genealogia e storia della famiglia Panciatichi, pag. 221.

  1. «La casa in cui doveva farsi la nuova chiesa, e che doveva servire per casa canonicale, è quella la quale conduce al Casone delli illustrissimi signori conti Bardi, che di presente si possiede dai signori Verzoni e Fazzi. (E oggi, dal signor canonico Tempesti.) La chiesa si doveva fabbricare in quel pezzo di orto, su cui riesce il pozzo e la scala; e l’uno e l’altra doveva demolirsi, e farsi in altro luogo più comodo, per dare alla chiesa la giusta larghezza e capacità, a tenore del decreto della sacra Congregazione.» Troiani, libro di Memorie citato.