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Capitolo Decimo.
Dello stato attuale dell’arte ceramica in Castelli,
e del modo di perfezionarla.
Sono in attività al presente in Castelli 35 officine, le quali, quantunque abbiano più piccole proporzioni di quelle di una volta; pure tengono impiegati 408 operai, e 126 animali da soma; e producono annualmente 11000 ceste di maioliche e più. Esse soddisfano alle richieste della maggior parte del regno di Napoli, s’introducono in contrabbando nella Marca Anconitana, e si spacciano in Ancona e Sinigaglia, donde poi si trasporatano nella Dalmazia, nella Grecia, nella Turchia ed altrove.
Le terre che si adoperano trovansi sparse abbondantemente in tutto in tenimento del Comune. Vero è che non tutte sono egualmente acconce a siffatta manifattura, ma quelli addetti alle cave son resi così pratichi dalla lunga esperienza, che sanno di leggieri sceverare la buona terra dalla cattiva. Ve n’ha di due specie: l’una per la maiolica a smalto bianco, e l’altra per quella a smalto bruno. La prima è un’argilla molto plastica, di colore grigio volgente al turchiniccio, dolce al tatto, aderente