Pagina:Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono.djvu/28

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gonsi oggidì con orrore gli eccessi dei Baroni in quei tempi di calamità, che l’età presente non sostiene neppure di nominare. Dietro di ciò il fuoco della discordia vieppiù si accese tra le due parti; e la quistione addivenendo ogni giorno più intralciata, per essa occupavansi la R. Udienza di Teramo, la R. Camera, il R. Collaterale Consiglio, e lo stesso Vicerè. Passato alquanto tempo senza favorevole successo, i Castellani si persuasero che vanamente imploravano la giustizia: dappoichè se per ragioni essi vincevano il Marchese, questi li avanzava in potenza: sicchè, stanchi di consumare il tempo in timori e angustie, si rivolsero agli accordi. Trattato l’affare da uomini di legge scelti da ambe le parti, fu composto in modo che a Castelli libera rimase l’imposizione della piazza; ed al Marchese furono ceduti alcuni dritti controversi. Così fu fermata la pace a 10 Marzo 17271.

Lasciato stare il Comune, i Mentozza misero mano alle sostanze della Chiesa: e non temerono appropriarsi le ricche rendite della Badia Curata di S. Salvatore, col conferirla a individui di loro famiglia anche laici, obbligando i cittadini a pagare il Parroco con i proprii danari! Questa faccenda però venuta a notizia del Re, verso la fine del secolo passato, con R. dispaccio de’ 3 Febbraio 1798, ne fu tolto l’abuso.

Caduta la potenza de’ Baroni, i Castellani speravano

  1. Nell’archivio comunale conservasi la copia autentica dell’istrumento di pagine 62 all’uopo fatto: nel quale si leggono le cagioni delle controversie, e le accuse date al Marchese.