Pagina:Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono.djvu/70

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proposito riferire la testimonianza dell’egregio avv. de Minicis, che così si esprime. «Nè mi sembra che dovessero passarsi in silenzio le altre (maioliche) delle fabbriche di Castelli, specialmente le dipinte dai Grue; di fatto, sebbene i colori di queste non siano sì vivaci e sì forti come di quelle dipinte in Pesaro, in Gubbio ec. ed ancora in Deruta, nè sempre presentino soggetti desunti da sommi maestri, pure esatto vi si scorge il disegno tanto nei contorni come nella espressione, e molta verosimiglianza specialmente nelle campagne, nelle marine, nelle cacce, negli animali e nei fiori; a talchè sono esse graziosissime, e di effetto meraviglioso, nè poco diletto si prende in vederle. Basti il sapere che fu assunta l’opera di Francesco Antonio Saverio Grue anche per alcuni vasi della rinomatissima Spezieria della Santa Casa di Loreto, ove tuttora si veggono». Si notano come i più valenti in questa specie di pittura Francescantonio ed Anastasio Grue, Giacomo Gentile, e Candeloro Cappelletti,

Bambocciate e caricature. Dalle scene fanciullesche e dalle caricature tolsero pure qualche volta argomento per le loro pitture. Il sunnominato signor Giacomo Racioppi ha descritto un piatto rappresentante quattro fanciulletti che si trastullano all’altalena; e un altro nel quale è figurato un cavaliere in caricatura vestito alla spagnuola in una maniera assai goffa, il quale dà fiato bizzarramente ad una tromba1.

  1. V. Pol. Pitt. an. XV pag. 31.