Pagina:Notizie sulla vita del conte Pietro Verri.djvu/57

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Fu nel 1796 che Verri fece stampare, per ammaestramento de’ nuovi governanti, le sue Rifles-

    Riuscite frustranee le più vive sollecitazioni, le prodotte attestazioni mediche e l’interposizione de’ colleghi, egli si rassegnò a compiere i proprj doveri, il più utilmente che per lui si poteva; e indefesso al solito, nel tempo medesimo che attendeva con fervido impegno ad allestire il proseguimento della sua Storia di Milano, scendeva ad ammaestrare i suoi concittadini con frequenti opuscoli, tendenti a mantenerli o a ricondurli nelle vie della saviezza e della moderazione. Pubblicò allora successivamente una Lettera di un filosofo ad un monarca, i Pensieri di un buon vecchio che non è letterato, del Metodo di cangiare le opinioni degli uomini, il Modo di terminare le dispute, e una Risposta ai detrattori dell’Arcivescovo. La libertà di queste pubblicazioni, e il buon accoglimento con cui circolavano in tutte le classi della Società, provano che in que’ tempi tumultuosi, tempi di tanti delirj e di deluse speranze, non era impedito ai buoni di parlare, nè questi tacevano. — Recitò pure il Verri un Discorso alla Municipalità di Milano, che nel giornale il Termometro Politico leggesi stampato (N. XLVIII del 1796, p. 175-178), sul dovere di erigere monumenti di riconoscenza pubblica a sette illustri concittadini, Beccaria, Paolo Frisi, Cavalieri, Lodovico e Manfredo Settala, Giorgio Giulini e Maria Gaetana Agnesi. Questo dovere è de’ Municipj, più che de’ Governi, e loro sarebbe sempre assai facile l’adempirlo, applicandovi una tenue parta de’ forti tributi che riscuotono dai possidenti civici a titolo delle spese edilizie; ed io non fui che l’eco di giuste querele, allorchè poco sopra feci alcun cenno di un tale, non meno sterile, che ormai nojoso argomento. Io non so a chi si debba il merito, o la vergogna, di avere eretto in Milano il monumento al podestà Corrado di Trezzeno arrostitore degli Eretici (Catharos, ut debuit, uxit), ma so che nessuna memoria vi esiste ad onore de’ suoi grand’uomini, che sia stata eretta a spese pubbliche; e la statua poc’anzi innalzata al santo ve-