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28 novella sesta

gregheresti grossa somma di denari. Tu sai che messer Vincenzio mio padrone stette quest’anno in Augusta due mesi senza faccenda alcuna, ed io in quel tempo quasi libero non attendeva ad altro che a giuocare, ed avevo trovato uno che pareva il miglior uomo del mondo che faceva carte alla romanesca, le quali io tutte conoscevo di fuori, e ad ogni giuoco di carte guadagnavo assai, e più avrei guadagnato se non fossi stato una volta scoperto; ma qui non se ne sa nulla, e però io pensavo, quando ti paresse, di andare fino in Augusta per venti o trenta paia di simili carte. E bisogna che io vada e non mandi, perchè colui che le fa, teme tanto, che non le darebbe ad altri che a me; e quando sarò tornato con esse, tu mi potrai far forte di denari, ed io giuocherò per te, chè a me ogni piccola parte basterà, e seguiteremo la corte vivendo grassamente alle spese d’altri, ed avanzeremo ancora tanto da potere sguazzare in Italia. A Franceschino che era un fine tristo non potè più piacere il partito, e perchè potesse andare più presto, volle che menasse un suo buon cavallo. E così Polo col legato de’ fiorini la mattina seguente a cavallo si partì, e come fu fuori della terra prese il camino verso Italia. Da Meming ad Augusta sono