Pagina:Novelle cinesi tolte dal Lung-Tu-Kung-Ngan.djvu/65

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mattoni; e il giorno dopo ordinò che si andasse da Cun-niang per combinare la cerimonia degli sponsali, com’ella aveva promesso, spirato che fosse il termine di sessanta giorni.

Cun-niang, che stava nella più grande ansietà per la sorte del marito, saputo ch’era stato fatto morire da Hoang-kuang in maniera sì barbara, disperata entrò nella propria camera, decisa di togliersi la vita appiccandosi. Ma la zia giunse in tempo a salvarla, e volendola distòrre dal fatale proponimento, le andava dicendo: «Fino a che Cin era in vita, tu eri unita a lui per la promessa contratta fra le vostre famiglie; ma ora ch’egli è morto, ogni legame è rotto, e tu sei libera. Devi dunque pensare, mia cara, a rimaritarti; e giacchè il figlio di un tanto nobile personaggio ti domanda, acconsenti, e tutto andrà pel meglio. A che pro martoriarti l’anima a questo modo per cosa che non ha rimedio?» — «Il dover mio, rispose Cun-niang, è quello di vendicare mio marito uccidendomi, e così morendo per lui8. E voi invece, volete che mi unisca in matrimonio coll’uomo, che mi fu cagione di così grande sventura?»

La zia seguitava ad eccitarla con le parole, perchè non si lasciasse trascinare dalla foga e dall’impeto della passione: ma la fanciulla si mostrava ferma nel suo proposito, e rifiutava in ogni modo di acconsentire ai consigli di lei. E stando in questa alternativa, si ode un pubblico banditore, che dall’albergo vicino ad alta voce annunziava dicendo: «L’eccelso giudice Pao-kung, del supremo tribunale di giustizia, è per venire a visitare il paese e ad esaminare l’amministrazione del prefetto della provincia. Egli arriva questa sera: preparatevi a riceverlo.»

Cun-niang, udito quell’annuncio, giunse le mani e ringraziò con effusione il cielo. E preparato in iscritto un memoriale, nel quale esponeva tutto l’accaduto, mentre che il giudice faceva a cavallo il suo ingresso nella città, glielo presentò chiedendo giustizia. Pao-kung, arrivato che fu alla residenza officiale, ed esaminato il foglio, fece chiamare a sè la donna, per avere da lei maggior contezza del fatto. Cun-niang, giunta innanzi al tribunale, colle lacrime agli occhi e il dolore di-