Pagina:Novelle lombarde.djvu/290

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— Non si può.

— Nascondetevi.

— Ma dove?»

All’Agnese non suggerì altro nascondiglio migliore che farlo raggricchiare alla meglio in una cassapanca, che teneva da piè del suo letto. Poi corse alla porta e domandò: — Chi è?

— Chi vuol che sia? sono tuo padre»

Essa tirò il catenaccio, e li sui due piedi inventò una di quelle fandonie che voi ragazze sapete così bene, per iscusare il ritardo e la confusione, che anche un orbo le avrebbe letto in viso. Ma suo padre, che le voleva un bene all’anima, ed avrebbe trovato per lei il latte di gallina....

Ma ora che mi ricordo, bisogna che torni un passo indietro, e vi dica che, quando sua madre era grossa di lei, entrando una volta in casa, trovò accoccolata sul focolare una vecchia, brutta, magra, stenta, con una faccia grinza come pesche alide, che non prometteva niente di bene; abbrezzava tutta e batteva i denti come una gru. S’appose che quella doveva essere una strega; e dandosi a gridare a quanto gliene usciva dalla gola, tolse la scopa di dietro l’uscio e a colpi la cacciò. Non l’avesse mai fatto! Quella befana, voltatasele contro con due occhi di basilisco, e facendole una croce sul ventre, rantolò:

— Che quel che tu porti possa essere anch’egli scopato».

Ora per seguitare.... Ma dove sono restata?... Ah, mi rinvengo. Suo padre dunque, che avrebbe fatto per lei moneta falsa, la salutò tutto grazia, la trasse in camera, e quivi sedette sulla cassa appunto in