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GIOCONDA


Io non passava mai da..... nel condurmi alla fiera di Bergamo (così mi narrava un buon mercante) che non mi fermassi un tratto a far posata a quella bettola, posta all’estremità delle abitazioni; e mentre il cavallo rodeva una manciata d’avena, io dava una volta, come si suole, per la cucina, ad osservar la gente che veniva a bere il fiasco e godersi una zuppa. Ma sovra tutto piaceami osservare l’allegra sveltezza della Gioconda, figliuola dell’ostiero; una giovinetta di sedici in diciotto anni, bella di quella belezza vivace, che distingue le brianzuole, con certi occhi neri sgranati, due guance come melerose, contornate da nerissime ciocche di capelli, fra i quali appuntava per lo più un garofano, che non la vinceva in freschezza e in quell’incarnato pieno di serenità. Ed era una gioja il mirarla pron-