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storia dell’asino di s. giuseppe 131

Ma se ve lo dà per meno di quaranta lire è un minchione, in coscienza! Ci costa di più a noi!

— Stamattina era pazzo ad offrire trentacinque lire! — ripicchiava compare Neli. — Vedete se ha trovato un altro compratore per quel prezzo? In tutta la fiera non c’è più che quattro montoni rognosi e l’asino di san Giuseppe. Adesso trenta lire, se le vuole!

— Pigliatele! — suggeriva piano al marito la padrona dell’asino colle lagrime agli occhi. — Stasera non abbiamo da fare la spesa, e a Turiddu gli è tornata la febbre; ci vuole il solfato.

— Santo diavolone! — strillava suo marito. — Se non te ne vai, ti faccio assaggiare la cavezza! — Trentadue e mezzo, via! — gridò infine l’amico, scuotendoli forte per il colletto. — Nè voi, nè io! Stavolta deve valere la mia parola, per i santi del paradiso! e non voglio neppure un bicchiere di vino! Vedete che il sole è tramontato? Cosa aspettate ancora tutt’e due?

E strappò di mano al padrone la cavezza,