Pagina:Novelle rusticane (1885).djvu/203

Da Wikisource.

pane nero 189

mia madre vuol restare una ragazza onorata, se un cristiano la cerca in moglie.

— E tu restaci! — rispondeva il padrone. — Vedrai che bella dote! e quanti verranno a cercartela la tua onestà!

Se i maccheroni erano troppo cotti, se Lucia portava in tavola due ova al tegame che sentivano l’arsiccio, don Venerando la strapazzava per bene, al cospetto della moglie, tutto un altro uomo, col ventre avanti e la voce alta. — Che credevano di far l’intruglio pel maiale? Con due persone di servizio che se lo mangiavano vivo! Un’altra volta le buttava la grazia di Dio sulla faccia! — La signora, benedetta, non voleva quegli schiamazzi, per via dei vicini, e rimandava la serva strillando in falsetto:

— Vattene in cucina; levati di qua, sciamannona! paneperso!

Lucia andava a piangere nel cantuccio del forno, ma Brasi la consolava, con quella sua faccia da mariuolo:

— Cosa ve ne importa? Lasciateli cantare! Se si desse retta ai padroni, poveri noi! Le