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il reverendo 9

che c’era da disputarsi all’asta le terre del comune, o da giurare il vero dinanzi al Pretore.

Di giuramenti, nel 1854, dovette farne uno grosso davvero, sull’altare, davanti alla pisside, mentre diceva la santa messa, chè la gente lo accusava di spargere il colèra, e voleva fargli la festa.

— Per quest’ostia consacrata che ho in mano — disse lui ai fedeli inginocchiati sulle calcagna — sono innocente, figliuoli miei! Del resto vi prometto che il flagello cesserà fra una settimana. Abbiate pazienza!

Sì, avevano pazienza! per forza dovevano averla! Poichè egli era tutt’uno col giudice e col capitan d’armi, e il re Bomba gli mandava i capponi a Pasqua e a Natale per disobbligarsi, dicevasi; e gli aveva mandato anche il contravveleno, caso mai succedesse una disgrazia.

Una vecchia zia che aveva dovuto tirarsi in casa, per non fare mormorare il prossimo, e non era più buona che a mangiare il pane a tradimento, aveva sturato una bottiglia per