Pagina:Novelle rusticane (1885).djvu/276

Da Wikisource.
262 novelle rusticane

sorriso triste e distratto. I loro occhi s’incontrarono e scintillarono. Nulla più. Sul tardi si trovarono accanto come per caso, nell’ombra dei grandi palmizii immobili. — Domani! gli disse. — Domani, alla tal’ora e nel tal luogo. Avvenga che può! voglio vedervi! — Il seno bianco e delicato le tempestava dentro il merletto trasparente, e il ventaglio le tremava fra le mani. Poi chinò il capo, cogli occhi fissi ed astratti; lievi e fugaci rossori le passavano sulla nuca del color della magnolia. Come batteva forte il cuore a lui! come era squisita e trepidante la gioia di quel momento! Ma allorchè si rividero l’indomani non era più la stessa cosa. Chissà perchè?.... Essi avevano assaporato il frutto velenoso della scienza mondana; il piacere raffinato dello sguardo e della parola scambiati di nascosto in mezzo a duecento persone, di una promessa che val più della realtà, perchè è mormorata dietro il ventaglio e in mezzo al profumo dei fiori, allo scintillìo delle gemme e all’eccitamento della musica. Allorchè si buttarono nelle