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50 novelle rusticane

i giorni alla finestra il signorino, che dapprincipio le rideva, e le mandava i baci e il fumo della pipa, e le vicine schiattavano d’invidia. Poscia a poco a poco era venuto l’amore, talchè adesso la ragazza non ci vedeva più dagli occhi, e aveva detto chiaro e tondo a suo padre:

— Voi andatevene dove volete, che io me ne sto qui dove sono. — E il signorino le aveva promesso che la campava lui.

Curatolo Arcangelo di quel pane non ne mangiava, e voleva chiamare don Licciu Papa per condur via a forza la figliuola. — Almeno quando saremo via di qui, nessuno saprà le nostre disgrazie, — diceva. Ma il giudice gli rispose che la Nina aveva già gli anni del giudizio, ed era padrona di fare quel che gli pareva e piaceva.

Ah! È padrona? — borbottava curatolo Arcangelo. — Anch’io son padrone! — E appena incontrò il signorino, che gli fumava sul naso, gli spaccò la testa come una noce con una legnata.

Dopo che l’ebbero legato ben bene, accorse