Pagina:Novellette e racconti.djvu/240

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230 novella v.

prestò attentamente orecchio al racconto delle sue disgrazie, e si compiacque di avere indovinata la cagione della malinconia di Zeineb. Fece incontanente venire a sè l’innamorata giovane, presentando a lei colui che le avea fatto spargere tante lagrime. Tralasceremo di dipingere la sorpresa, il trasporto e l’allegrezza dei due giovani innamorati, i quali dappoi che ebbero passate così in compagnia molte dilettevoli ore, la principessa fattasi loro protettrice, volle apprestare loro un picciolo convito, a cui ministrassero tutte quelle schiave che a lei servivano. Numan velato a quel modo sempre, fu creduto una femmina forestiera, chiamata quivi dalla principessa per suonare un liuto da lui soavemente tocco, che era un dolcezza ad udirlo. Dopo una delicata cena, la principessa fece cantare a Zeineb certe canzonette affettuose che la malinconia le avea fatte più volte ripetere mentre che avea il suo desiderio tutto al suo lontano e caro Numan rivolto; questi accompagnava col liuto la voce della sua diletta; onde un concerto eseguito da attori che sapeano cosi bene accordarsi, parea una delizia anche a quelli che non sapeano punto nè poco quanto cotesti due virtuosi di musica provavano diletto nell’accordare in tale guisa le loro capacità di canto e di suono.

La voce soavissima di Zeineb si fece sentire di là dell’appartamento della principessa; il Califfo che passava sotto la finestra, venne arrestato da que’ tuoni che gli aveano trovata sempre la via nel cuore: entrò, e fece un piacevole rimprovero alla sorella, ch’ella nelle stanze sue si godesse sola piaceri, ai quali non volesse ammettere lui ancora.

La benefica Abaza colse 1’occasione di fare due felici ad un tratto, e di guarire il principe di una passione che a lui non potea essere altro che disgrazia. Accolse il Califfo con tutto quel rispetto che al suo sovrano dovea, e con tutta quella affezione che avea pel fratello: ella stessa colle proprie sue mani gli versò soavi liquori, e fece che dinanzi a lui le donne guidassero più danze vive e leggiadre per