Pagina:Novellette e racconti.djvu/97

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novella li. 87

picchiò di forza, e tal romore fece all’uscio, che finalmente ruppe il sonno nella testa al Fossi, il quale uscì mezzo attonito come un tordo, con le brachesse in mano; e domandando: Chi è là, alzava una gamba per mettervela dentro. Egli avea però udito, così fra il vegliare e il dormire, che l’amico era venuto ad arrecargli danari; onde alle due parole, stesa la mano, aspettava che noverasse. Ma l’amico gli disse che tesori e non pochi quattrinucci di fava gli avea arrecati, e gli raccontò in un fascio del romito, del diavolo, delle casipole e del cane, tanto che nel Fossi con la sua appassionata persuasiva appiccò la stessa smania come fuoco nell’esca; per modo che scalzo e senza berretta, prendendo due vanghe, si mise a seguire l’amico. Giunti alle muraglie rotte, adocchiano, e il cane facea lo stesso. Dice l’amico al Fossi: Sapresti tu qualche incantesimo da far istare questo diavolo a segno? Risponde il Fossi: Io non so nulla; ma a me pare che tu dovresti andare per quattro pani, e provare se potessi trar fuori di qua il cane, tanto ch’io cavassi il terreno, perchè, o diavolo o cane ch’esso si sia, io non mi affiderei a’ suoi denti. Va l’amico per li pani e torna con essi, e dall’un lato lusinga la bestia che, sentito l’odore, esce e va dietro alla pastura. Intanto il Fossi entra per una finestretta e comincia a lavorare con tanta furia e sì di vena, che in mezz’ora cavò una fossa alta quanto egli era, e sarebbe, cred’io, andato fino agli abissi, se il cane, terminato avendo di mangiare, non fosse tornato alla sua abitazione. Il Fossi impaurito balza fuori per la finestra, e conta tutto sudato e trafelato all’amico il suo lavoro; e mentre che l'uno e l’altro tribulati si querelano, eccoti che passa per via un uomo, il quale vedendogli stanchi, affl--Algablu (disc.) 01:54, 25 nov 2013 (CET)itti e mezzi morti, parte per il dolore e parte per la durata fatica, chiede loro che abbiano. Essi finalmente narrano il caso, e quegli ride; entra nelle casipole, prende il cane e dice ch’era una bestia smarritasi dal suo padrone venuto da Venezia per diporto, e che gliel’aveva raccomandato; e ringra-