Pagina:Nuovi poemetti.djvu/217

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

pietole 201



iii


   35Soy Italiano
Tengo hambre...

Ed ecco
brilla nei tardi avvolgimenti il Mincio,
cinto d’un orlo tenero di canne;
s’irida, come d’un sorriso, il lago.
Leva tra i biodi la giovenca il muso
40e fiuta l’aria con le froge larghe;
nè più dismette di tubar su l’olmo
la tortore e la querula colomba.
Risuona tutta la campagna intorno
d’allegri ringhi e cupi mugli lunghi.
45E di lontano ora vien su crescendo
la melodia de’ rusignoli in coro,
quasi canoro aereo ruscello,
nel quale, piane, guazzano le rane.
Bombisce a un tratto e palpita la siepe,
50e fatto sciame, volano via l’api
come un’oscura nuvola. Chè tu,


iv


tu sopra vieni; e ti si fanno incontro
tutte, dai florei pascoli e dai bugni,
l’api con suon d’avene e di campestri
55buccine e franto strepere di trombe;