Pagina:Occhi e nasi.djvu/162

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— A casa ancora no, — soggiunse Laura, sforzandosi di parer tranquilla e indifferente. — Forse a sarà a mezza strada.

— E io lo credo più vicino.... molto più vicino! — insistè l’Emilia.

— Il signor Vittorio è qui — disse la Marietta affacciandosi sulla porta.

Difatti Vittorio entrò in sala e gettandosi al collo di sua moglie, gridò con voce commossa e appassionata:

— Ah! il cuore me lo diceva.

— Vedi, Laura, se avevo ragione — disse l’Emilia col solito risolino: quindi voltandosi a Vittorio gli domandò:

— E com’è che non sei più partito?

— Un caso come ne accadono tanti. Mentre il treno stava per partire, mi sono accorto di aver lasciata la sacca da viaggio nella stanza del Capostazione. Scendo a terra, credendo di fare a tempo....

— Basta, basta, — interruppe l’Emilia. — È una storiella che conosco; l’ho sentita raccontare in mille commedie. Del resto, qui non c’è tempo da perdere. Rammentati che dobbiamo ripartire stasera col treno delle dieci.

— Stasera?... Impossibile. Oramai partiremo domani. Non ho fatto neppure la mia valigia.

— Alla tua valigia ci penso io, — replicò l’Emilia con un tono di voce, che non ammetteva repliche nè osservazioni: e, accesa una candela stearica, che era sulla tavola, si fece insegnare la camera di Vittorio.