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Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) I.djvu/122

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ODE ISTMICA II 89




III


Strofe

Né rupe né impervio sentiero trattiene chi brama l’elogio
dell’Elicònidi addurre agli uomini chiari.
Oh, se potessi, vibrandolo, sí lunge scagliare il mio disco
quanto ne l’impeto nobile Senòcrate tutti
gli altri mortali vinceva! Pregiato dai suoi cittadini,


Antistrofe

volgea la sua mente ai corsieri, qual patrio costume è degli Èlleni:
tutte onorava dei Superi le mense: né mai
su la sua mensa ospitale piegâr senza vento le vele;
ma sino al Fasi nei giorni d’Està si spingeva,
ma navigava l’Inverno fin presso alle spiagge del Nilo.


Epodo

Or, poi che l'invide spemi circondan le menti degli uomini,
tu mai non celare
né la virtú di tuo padre, né questi miei canti.
Non perché immoti restassero
io li composi in tua lode. Su via, Nicasíppo,
récati all’ospite mio
diletto, e quest’inno a lui porgi.