Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) I.djvu/174

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ODE PITIA III 139


Anche nei particolari, questa bellissima ode è molto chiara, e c’è poco da commentare. Al v. 38, invece di dire che Artemide uccise la fanciulla, dice che il dèmone infesto la spinse nel male. — Lucro e Saggezza sono due persone: quello avviluppa questa nei suoi lacci. Non convien credere che queste personificazioni si librassero solo alla mente di Pindaro, e non si riflettessero in quella degli ascoltatori. In una pittura vascolare, vediamo Dike, Giustizia che ha ghermito pel collo e strangola bravamente Adikia, la Ingiustizia. Al solito, una volta personificato, l’Oro fa tutto quello che fa una persona, ed è lui che offre la mercede (v. 59 sgg.).

Molti degli Italiani dovrebbero poi meditare la massima, di saggezza sempre attuale, esposta nei versi 23-25:

Poiché c’è fra gli uomini certa stoltissima razza, che schifa
le patrïe cose, e all’estranie rivolge bramoso lo sguardo,
con irrita speme sviandosi dietro fantasime vane.