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Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) I.djvu/246

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AD ARCESILAO DI CIRENE

VINCITORE COL CARRO A PITO


I


Strofe

Presso al Signor dell’equestre Cirene, a me caro,
férmati. Musa, quest’oggi: con Arcesilao che trionfa
debita un’aura di cantici leva ai Letòidi ed a Pito,
dove la donna, che all’aquile di Giove seduta vicino
oracoleggia, predisse — né Febo era lungi — che Batto
ne la pomifera Libia colono verrebbe: che avrebbe,
l’isola sacra di Tera lasciando, in un poggio lucente
fondata una rocca famosa pei carri:


Antistrofe

che dopo sette con dieci progenie avverrebbe
quanto la figlia d’Eèta, regina dei Colchi, Medea,
piena d’afflato profetico, a Tera, dal labbro immortale
disse: «Porgetemi ascolto, di Numi figliuoli e d’eroi:
«d’Èpafo un giorno la figlia, vi dico, da questa contrada
«cinta e percossa dal mare, sarà, nella terra d’Ammóne,
«radice di rocche dilette ai mortali:

Pindaro - Le Odi, I - 14