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A PITEA D’EGINA
VINCITORE NEL PANCRAZIO A NEMEA
I
Strofe
Non io statuario mi sono, che immagini immobili, fisse
sovresso lo zoccolo, plasmi;
ma sopra ogni nave, ma sopra ogni barca, diletta canzone,
tu salpa da Egina, recando l’annunzio
che Pítea, gagliardo figliuol di Lampone,
vincea del pancrazio le frondi a Nemèa;
né ancor gli anni puberi gli segnan le gote del tenero fiore.
Antistrofe
E cinse d’un fregio gli Eàcidi guerrieri, di Crono e di Giove
rampolli, e de l’auree Nerèidi,
d’un fregio la patria città, la contrada d’Egina ospitale.
Ad essa augurarono, dinanzi all’altare
di Giove, gran copia di navi e d’eroi
— e insieme le palme levavano al cielo —
l’illustre figliuolo d’Endàide, la possa di Foco sovrano:
Pindaro - Le Odi, II - 7 |