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Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) II.djvu/162

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ODE NEMEA III 153


insegna una quarta virtú:
pensare alle cose opportune. Né a te manca. O amico, salute!
T’invio questo miele, che rorido spuma,
temprato di candido latte, canora
bevanda, fra spiri di flauti eolî.


Epodo

Tardi. Ma rapida è l’aquila fra tutti gli alati, che scorge
da lungi, e fulminea ghermisce con l’ugne la preda cruenta:
pascono intanto a la bassa pianura gli striduli corvi.
Ed or, pel volere di Clio
dal fulgido trono, la luce ch’è premio all’ardire
che vince, per te da Epidauro brillò, da Nemèa, da Megara.