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166 LE ODI DI PINDARO


è gaudio supremo: e tal gaudio se possa anche dare un Celeste,
a te che i Giganti domasti, vicino
restando, volgendo pensieri d’affetto
al padre, abitare Sogène si piaccia, sovressa la ricca
santissima terra, che culla degli avi suoi fu.


Antistrofe

Poi ch’egli ha sua casa fra tuoi santuarî, sí come fra i gioghi
della quadriga, dovunque si volga,
a dritta o a sinistra. Beato, a te d’Era
placare lo sposo conviene, e la vergine
ch’à cerulo il ciglio. Tal forza tu puoi tra gl’impervi travagli
infonder negli uomini, che n’escano salvi.
Cosí possa ad essi concedere vita
di forza durevol, beata, negli anni piú floridi, e nella
serena vecchiezza; ed i figli dei figli abbian sempre


Epodo

l’onore che adesso segnò loro stirpe;
e il tempo futuro lo accresca. Non mai
dir si potrà che con folli parole io ferii Neottolemo.
Tre, quattro volle ripetere
le cose è da inetti: da balie che ai bimbi
ripetan la stessa canzone.