Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) II.djvu/19

Da Wikisource.
16 LE ODI DI PINDARO


felicità soavissima. È caro, è onorato dai Superi;
è d’Ebe consorte;
è genero d’Era, nell’aurëe case.


Antistrofe

E noi Tebani, dinanzi le porte elettrèe l’onoriamo
con un convivio; e di fiori cingiamo gli altari, bruciamo
vittime, a onore degli otto suoi figli dall’armi di bronzo,
che di Creonte la figlia, Megara, gli die’.
Vibra per essi all’occaso di raggi la fiamma che brilla
per tutta la notte;
e calcitra al fumo che pingue vapora.


Epodo

E termine è il giorno secondo dei giuochi annuali,
cimento di forza.
E qui, biancheggiante la fronte
dei rami di mirto, Melisso
riscosse una doppia vittoria; e un’altra già pria, tra i fanciulli
ne ottenne, ossequente ai consigli
del suo ben esperto pilota. Onde ora, stillando la grazia,
io lui con Orsèa canterò.