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240 LE ODI DI PINDARO



Antistrofe I

Si lancia precipite Artèmide
soletta, che aggioga, ne l’orgie
sacre di Bacco, la stirpe
dei leoni selvaggia. E Dïòniso
le Mènadi affascina, le torme di belve.
Ma ora, di sagge sentenze
araldo prescelto,
la Musa per l’Ellade me suscitò,
che invochi fortuna su Tebe
di cocchi signora.
Un giorno qui Cadmo, racconta la Fama,
ottenne consorte Armonia,
mercè dell’eccelso
consiglio; e die’ vita
ad una progenie
preclara fra gli uomini.

· · · · · · · · · · ·
Per celebrare i tuoi riti,

qui sono, o Gran Madre,
dei cembali i rombi,
qui, per squillare, i cròtali,
e sotto le fiaccole gialle,
la fiamma che sfolgora.


IV

Questa meravigliosa pittura, che gareggia in bellezza con qualsiasi altra di Pindaro, e tutte, forse, le supera in freschezza, è riportata da Dionigi d’Alicarnasso (De comp. verb., C. 22), come principio d’un ditirambo di Pindaro, e come esempio d’«armonia austera». Come si vede dal con-