Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) II.djvu/298

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I

Di molti frammenti non riesce possibile precisare, sia pure in linea congetturale, a che tipo di composizione appartennero. Questo non scema, naturalmente, né il loro valore intrinseco, né la loro importanza per l’intelligenza del poeta. S’intende che una isolata immagine sfolgorante o una profonda sentenza foggiata in forma perfetta possono illuminare sul genio d’un poeta assai piú d’un’integra ma stanca ed incolore composizione.

Anche per questi frammenti seguo la disposizione del Puech, omettendone alcuni — a cominciar dal primo — che tradotti non potrebbero presentare alcun interesse.

II

Il poeta musicista di cui qui si parla, è quel Senocrate di Locri (Magna Grecia) che Plutarco (De mus., IX) cita come uno dei principali rappresentanti della seconda epoca del lirismo, e che passa per inventore del modo locrio. Pindaro aveva anche frequenti contatti coi Locresi (Olimpia X e XI). Qui è notevole la vivace espressione dell’entusiasmo suscitato