Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) II.djvu/310

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FRAMMENTI VARII 297

dei Lapiti, era invulnerabile; e i Centauri poterono averne ragione solo seppellendolo sotto tronchi d’abete.

Colpito dai rami d’abete
di fresco recisi,
Cenèo, con un colpo
diritto del piede,
fenduta la terra, sparí.


XLVIII

IL PASTO D’ERCOLE

Ateneo, X, 411, b. Parla il Lapita Coròno, nella cui casa s’era svolta la scena. Come si vede, il motivo comico d’Ercole mangione non era sdegnato neanche dalla poesia austera.

Due corpi di bove ancor caldi
misero sopra i carboni,
e li giraron sul fuoco.
E poi, delle carni lo strepito,
lo sgretolio formidabile
udii dell’ossa. Momento
fu quello opportuno a conoscerlo.


XLIX

L’USO DELLA MORALE

Platone, Gorgia, 484 b. È sentenza sulla quale ciascuno può esercitare la propria riflessione, senza bisogno di sussidii eruditi.