Pagina:Odi e inni.djvu/126

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100 inni


Allora si volse il navarco,
si volse a quel morto sussurro:
e vide diritta nell’arco
24del fulgido azzurro,
coi piedi su l’arce fatata,
col capo nell’ombra serena,
l’imagine astata
28di Pallade Athena.


ii


E il Mare gli disse: — Chi sei,
navarco? germoglio di dei?
o, se uomo caduco t’è padre,
32qual nome gli dà la tua madre?
Non forse egli è Neocle? Chè, senti:
dormivo cullato dai venti;
nè so dove guidi le ignote triere
36che sotto le stelle sobbalzano nere.

Stolarco! qual satrapa insidii,
che all’ancora sta co’ suoi Lydii?
qual Ione, sul fil della lama,
40le prore nottivaghe chiama?
qual inno v’udranno cantare
nell’alba le rupi sul mare?
qual inno embaterio, cui l’eco risponda,
44squillando le tibie tra il rullo dell’onda?