Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/102

Da Wikisource.

libro quarto 87

Laerte d’età pieno, e la prudente
Penelope, e Telemaco, che il padre145
Lasciò lattante ne’ suoi dolci alberghi.
     Disse; e di pianto subitana voglia
Risvegliossi in Telemaco, che a terra
Mandò lagrime giù dalle palpébre,
Del padre udendo, ed il purpureo manto150
Con le mani s’alzò dinanzi al volto.
Menelao ben comprese; e se a lui stesso
Lasciar nomare il padre, o interrogarlo
Dovesse pria, nè serbar nulla in petto,
Sì, e no tenzonavangli nel capo.155
     Mentre così fra due stava l’Atríde,
Elena dall’eccelsa, e profumata
Sua stanza venne con le fide ancelle,
Che Diana parea dall’arco d’oro.
Bel seggio Adrasta avvicinolle, Alcippe160
Tappeto in man di molle lana, e Filo
Panier recava di forbito argento,
Don già d’Alcandra, della moglie illustre
Del fortunato Polibo, che i giorni
Nella ricca menava Egizia Tebe.165
A Menelao due conche argentee, due
Tripodi, e dieci aurei talenti ei diede.
Ma la consorte ornar d’eletti doni