Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/38

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libro primo 23

Telemaco a corcarsi, ove secreta
Stanza da un lato del cortil superbo
Per lui construtta si spiccava all’aura,
Salse, agitando molte cose in mente.545
E con accese in man lucide faci
Il seguiva Euricléa, l’onesta figlia
D’Opi di Pisenòr, che un dì Laerte
Col prezzo comperò di venti tori,
Quando fioriale giovinezza in volto:550
Néè cara men della consorte l’ebbe,
Benchè, temendo i conjugali sdegni,
Del toccarla giammai non s’attentasse.
Con accese il seguia lucide faci:
Più gli portava amor, ch’ogni altra serva,555
Ed ella fu, che il rallevò bambino.
Costei gli aprì della leggiadra stanza
La porta: sovra il letto egli s’assise,
Levò la sottil veste a sè di dosso,
E all’amorosa vecchia in man la pose,560
Che piegolla con arte, e alla caviglia
L’appese accanto il traforato letto.
Poi d’uscire affrettavasi: la porta
Si trasse dietro per l’anel d’argento,
Tirò la fune, e il chiavistello corse.565