Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/680

Da Wikisource.

libro vigesimoquarto 299

Molti corser con l’arme intorno al rogo,
Chi sul cocchio, chi a piedi, ed un rimbombo95
Destossi, che salì fino alle stelle.
Come consunto la Vulcania fiamma,
Achille, t’ebbe, noi le candide ossa,
Del più puro tra i vini, e del più molle
Tra gli unguenti irrigandole, su l’Alba100
Raccoglievamo; e la tua madre intanto
Portò lucida d’oro urna, che dono
Dicea di Bacco, e di Vulcan fattura.
Entro quest’urna le tue candide ossa
Con quelle di Patróclo, illustre Achille,105
Giacciono; ed ivi pur, benchè disgiunte,
L’ossa posan d’Antiloco, cui tanto
Sovra tutti i compagni onor rendevi,
Spento di vita il Meneziade. Quindi
Massima ergemmo, e sontuosa tomba110
Noi, de’ pugnaci Achivi oste temuta,
Su l’Ellesponto, ove più sporge il lido:
Perchè chi vive, e chi non nacque ancora,
Solcando il mar, la dimostrasse a dito.
La madre tua, che interrogonne i Numi,115
Splendidi in mezzo il campo al fior dell’oste
Giuochi propose. Io molte esequie illustri,
Dove all’urna d’un Re la gioventude