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76 | marco praga |
gione sola: mi occorrevano dodicimila lire, e L’Erede fedelmente me le ha date.
— Allora, risalendo alle tue prime opere quali ragioni d’arte t’hanno spinto a far con Le Vergini opera di ribelle?
— Di ribelle? Io non l’ho saputo che quando me l’hanno detto. Nella creazione di quel dramma io fui incosciente. Ero un ragioniere impiegato in un’opera pia, poco andavo a teatro, sapevo di letteratura quel tanto che la compagnia. di mio padre e dei suoi amici mi aveva messo nelle orecchie. Una sola antipatia istintiva, allora irragionata, avevo: ed era per Paolo Ferrari. Frequentavo la casa delle sorelle di una donna fatta celebre dagli amori di un re. L’ambiente mi parve strano: a forza di osservarlo, scrissi un dramma che intitolai Le Vergini e che, se non altro pel titolo, credevo interessante. Avevo ventitrè anni, ora ne ho trentadue. Qualcuno lesse quel dramma e il dramma fu rappresentato. La mattina dopo dai giornali appresi che io ero un innovatore, un ribelle, dio