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ficcò nella terra. L’altra aprì due larghe brecce nel muro della sacrestia; sconvolgendo soffitto e pavimento, ferendo sull’altare un bel trittico della scuola de’ Vivarini.
Poi Venezia dovette pagare la presa di Gorizia come Reims aveva dovuto pagare la vittoria della Marna. A Gorizia entrammo il 9 d’agosto. Nella notte del 10 una bomba incendiò e scoperchiò Santa Maria Formosa da dove era stata messa in salvo diciassette mesi prima la popolarissima Santa Barbara di Palma il Vecchio; un’altra arse la cupola della chiesa di San Pietro in Castello che era stata dal 1451, cioè dalla fondazione del Patriarcato di Venezia, fino al 1807, la chiesa dei patriarchi i quali ebbero lì accanto il loro palazzo. E una bomba era già caduta su questo palazzo abbattendone un’ala.