Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu/21

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ad amarlo, magari ad accettare la sua proposta di matrimonio, cioè l’arte sua, egli la disprezzava.

— Veramente voi siete di un altro mondo. Andate innanzi.

— Oh c’è più poco. Partimmo, passammo l’estate in Francia a Trouville, in Baviera a Kissingen. Non tornammo a Roma che in dicembre. Non v’ho detto che Paolo da due anni scriveva un’opera sopra un libretto che non mi piaceva, un libretto strano, favoloso, non fatto davvero per piacere al pubblico. Io gli avevo detto ciò francamente, ed egli scettico aveva sorriso. Quando fui a Roma gli scrissi del mio arrivo, invitandolo a venire. Solo dopo quattro giorni ricevetti una sua lettera non so più se da Siena o da Lucca, dove con l’aiuto di un amico ricco egli era andato a mettere in scena la sua opera.

— Vi andaste?

— Ci pensai. Ma avevamo già da vedere tanti amici a Roma, avevo da pensare ai vestiti da sera, che certo non avevo potuto comprare in Baviera... E, alla fine, non potei. Gli scrissi, gli telegrafai i nostri augurii. E la conclusione fu che l’opera, come il concerto, cadde malamente, e anche qualche giornale, tra i maggiori, ne disse male. Per mezzo mese non seppi più nulla di lui e me ne