Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu/233

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.. E adesso, eccola lì. Ha i milioni nella trachea. I milioni, vi dico! E la ginnastica del canto, col mio metodo, l’ha ingrassata, le ha allargato il petto. Vedeste! Intanto sta bene così. Per la Traviata è la misura giusta. Il pubblico non crede alle botti che muoiono d’etisia. Se si ingrasserà troppo, farà l’Aida o l’Africana. Se la sente Piero, la scrittura è trovata. E Piero, cioè Mascagni, la senti, la ammirò, la raccomandò per l’estate all’impresario del teatro di Foligno. Si era ai primi di giugno. Appena due mesi pei preparativi estremi. Paga, niente; soltanto il cinquanta per cento della serata d’onore. — Vedete, – commentava l’Armenia a Sabatino e a Giacinta inebriati, – come ho scelto bene. Nella Traviata non occorrono vestiti antichi, costumi di broccato, cinture d’oro. Bastano due tolette da sera, una in bianco, una in giallo pei due primi atti, e una veste da camera all’ultimo. Sarà un trionfo, un trionfone, un trionfissimo. E a Foligno c’è le guarnigione, l’artiglieria. Voi al mininistero informatevi se hanno le grandi manovre. Se la guarnigione è al campo, non dovete accettare. Il successo è lì, lo so io. I soldati viaggiano, cambiano residenza, sono espansivi, dicono a tutti: – La Pancrazi, non hai udito la Pancrazi! Che