Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu/36

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revoli di devozioni sincere e segrete, mai nominando me o lui, come per non spaventarmi. Io lo compresi e glie ne fui grata. Lo lasciai sul Ponte Vecchio. Passando per via Tornabuoni entrai dal fioraio a ordinare rose e tuberose, e a casa quando mia suocera mi domandò dove ero stata, per la prima volta mentii e mentii con abilità lietamente:

— Sono stata a Santa Maria Novella, poi dalla sarta, poi dall’antiquario a Borgo Ognissanti, poi dal libraio, poi dal fioraio. Anzi, non sono arrivate ancora le rose e le tuberose? Vedrai. Ne ho prese tante da empirne la casa. Rividi Giannino ogni due o tre giorni, e facemmo insieme belle passeggiate nè mi curai di nascondermi. Da lui seppi che, essendo venuto a casa in un’ora in cui io c’ero di sicuro, i servi gli avevan risposto che ero uscita: ordine di mia suocera, certamente.

Dopo quindici giorni (mio marito non mi aveva mai più scritto) mi parve che Giannino, fosse anche troppo timido, e cominciai a fargli notare l’imprudenza di andar sempre attorno insieme, parlai con tanta accortezza che egli mi invitò, tremando, ad andare da lui in quel pomeriggio. Finsi di rifiutare per due volte, mancai all’appuntamento,